L'Alaskan Malamute che conosciamo oggi si è evoluto da un cane artico con una lunga e straordinaria storia di servizio verso l’uomo.
Per valutare correttamente il Malamute, bisogna capire le condizioni artiche estreme in cui questi cani hanno svolto il proprio lavoro e il loro inestimabile contributo alla sopravvivenza delle persone che li hanno mantenuti.
Quando i primi esploratori bianchi arrivarono nella terra che alla fine sarebbe stata conosciuta come Alaska, scoprirono una razza canina straordinaria allevata dalle tribù indigene. Questo cane, senza dubbio, si è evoluto dai cani primitivi che accompagnarono gli uomini preistorici nelle loro migrazioni dall'Asia, attraverso l'artico, in Groenlandia e ritorno. La tribù dei "Mahlemut" allevò questo cane dalle grosse attitudini lavorative nella zona Norton Sound in Alaska, in quanto era un cane dalla natura poco “selvaggia", docile e capace di eseguire una quantità enorme di lavoro. Questi animali furono usati per la caccia alle foche, all’orso polare, per il traino di slitte pesanti ed il trasporto delle vettovaglie.
Il Malamute era capace di sopravvivere a condizioni di freddo e fame fuori da ogni logica.
Paul Voelker, uno dei primi allevatori di Malamute, riteneva l’Alaskan Malamute la più antica razza del Nord America e, probabilmente, la razza da più tempo associata all’uomo. Secondo Voelker, sculture e avorio datati da dodicimila a ventimila anni fa rappresentavano il Malamute essenzialmente come lo è ancora oggi.
Durante la corsa all'oro, la domanda di mute di cani da slitta diede luogo al trasporto di molte altre razze di cani in Alaska, che furono poi incrociate con i cani da slitta del luogo. Come risultato, la razza fu quasi distrutta. Per fortuna i cani del "Mahlemuts" rimasero abbastanza puri grazie al loro relativo isolamento dalla civiltà.
Una revisione della razza avvenne nel 1935, lo stesso anno in cui nacque l'Alaskan Malamute Club of America. Il periodo di registrazione dei cani di razza per l’AKC fu molto breve, permettendo un appena sufficiente numero di cani sui quali si sarebbe potuta costruire e sviluppare la razza. Durante la seconda guerra mondiale, molti dei pochi Malamute registrati furono dati in prestito per il servizio di guerra e per le spedizioni in Antartide. Quando il loro servizio terminò, fu presa una decisione amministrativa per i cani che vennero distrutti con una carica esplosiva su una banchisa di ghiaccio. Questa azione spinse ben presto ad un ammutinamento degli uomini della Marina coinvolti. Dopo questo tragico caso, la registrazione all’AKC fu riaperto, essendo molto pochi i sopravvissuti tra i Malamute registrati.
Il Malamute di oggi è davvero un impressionante e bel cane da show, ma è comunque importante capire che egli deve possedere ancora gli attributi che gli hanno permesso di sopravvivere primordialmente nell'ambiente di origine e per il lavoro per il quale era destinato. Per citare Natalie Norris, ben presto amatrice dei Malamute e uno dei più noti conduttori di cani da slitta donne…
"Il Malamute è troppo bello e distinto, non è una razza trasformata in qualcosa ma che secoli d'adattabilità al suo ambiente ha prodotto. I nostri sforzi dovrebbero essere rivolti ad allevare non solo un bel Malamute, ma anche esemplari fisicamente corretti come sono stati trovati originariamente in Alaska. Non è una questione di creare migliori allevamenti di Malamute, ma di creare migliori Alaskan Malamute".
Mentre vi preparate al giudizio dell'Alaskan Malamute, ricordate il loro patrimonio e il nostro desiderio di preservare la nostra razza, le sue caratteristiche di sopravvivenza e le loro attitudini lavorative.